ancora oggi della necessità di una visione "fantastica" del mondo e della vita, proprio in un momento in cui il futuro, più che un sogno fantastico, appare come un incubo distopico. Per Dostoevskij l’uomo ha il dovere di porsi degli obiettivi positivi perché la felicità può esistere e cercarla è il vero spirito della rivolta. Nella trasposizione teatrale, curata, diretta e interpretata da Anastasia Astolfi la protagonista è donna. Una donna che si sente inadeguata alla vita e alle relazioni con le altre persone che le sono con il tempo, divenute assolutamente indifferenti come, del resto, tutto ciò che la circonda. Per questo motivo il pensiero del suicidio ha iniziato ad attirarla, fino alla sera in cui… Un racconto fantastico nel senso più proprio all’autore che ci chiama a prendere coscienza della nostra situazione perennemente in bilico tra progresso e catastrofe.